L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è la prima organizzazione internazionale ad aver riconosciuto il burnout come una sindrome, inserendola nell'elenco di disturbi medici.
La valutazione dello stress lavoro-correlato è prevista dalle normative in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro, l'obbligo di questa valutazione è stato introdotto col D.l. 78/2010, tenendo conto del forte impatto sulle risorse umane e di conseguenza sulle aziende di ogni dimensione e settore.
La definizione
L'INAIL definisce lo stress lavoro correlato come uno stress legato all'attività lavorativa che si genera quando le richieste dell'attività lavorative superano le capacità del lavoratore. Questa definizione, seppur accettabile, tiene conto soltanto di patologie legate all'organizzazione del lavoro, trascurando le dinamiche relazionali che vengono definite "comuni" e non vengono prese in considerazione.
Il burnout, invece, è un vero e proprio esaurimento emotivo, di cui è vittima il lavoratore. Di fatto è una forma cronica di stress lavoro correlato che porta il soggetto coinvolto a distaccarsi completamente dal lavoro, provocando insoddisfazione, mancanza di energie e di conseguenza una riduzione dell'efficacia lavorativa.
Impatto sulle aziende
Le conseguenze di queste patologie sulle aziende risultano gravi sia in termini di produttività che economici. Negli ultimi anni lo stress lavoro correlato ha subito un'impennata, provocando di conseguenza l'aumento esponenziale di assenteismo, malattie e presenzialismo (cioè la presenza prolungata sul luogo di lavoro ma improduttiva a causa dello stress). Secondo l'ASL della regione Lombardia, un'azienda di 10 dipendenti spende in media 6.000€ all'anno proprio a causa del presenzialismo.
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