Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha firmato il Dpcm con le modalità di verifica del possesso delle certificazioni verdi COVID-19 in ambito lavorativo. Il decreto interviene per fornire ai datori di lavoro pubblici e privati gli strumenti informatici che consentiranno una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni.
La verifica
Il sistema di verifica più immediato per le aziende con più di 50 dipendenti è quello che passa per l'Inps. I delegati al controllo accreditati dalle aziende potranno inserire in anticipo sugli accessi nel portale Inps, anche in blocco, i codici fiscali dei dipendenti da controllare. Le verifiche potranno essere chieste in anticipo per un gran numero di lavoratori e le risposte arriveranno prima dell'accesso sul luogo di lavoro. Al di sotto dei 50 dipendenti resta la modalità che prevede il controllo tramite l'app "VerificaC19".
Vietato conservare Qr code
Così come si legge nell'ultimo dpcm «è fatto esplicito divieto di conservare il codice a barre bidimensionale (qr code) delle certificazioni verdi Covid-19 sottoposte a verifica, nonché di estrarre, consultare, registrare o comunque trattare per finalità ulteriori rispetto a quelle» di verifica per l'accesso sul luogo di lavoro.
Assenza ingiustificata se sprovvisti di green pass
I soggetti sprovvisti di certificazione verde dovranno essere allontanati dal posto di lavoro. Ciascun giorno di mancato servizio, fino alla esibizione della certificazione verde, è considerato assenza ingiustificata, includendo nel periodo di assenza anche le eventuali giornate festive o non lavorative.
Flessibilità per gli orari di entrata ed uscita
Al fine di non concentrare un numero eccessivo di personale sulle mansioni di verifica della certificazione verde, si potrà provvedere ad ampliare le fasce di ingresso e di uscita dalle sedi di lavoro del personale alle proprie dipendenze. Sarà quindi consentito il raggiungimento delle sedi di lavoro stesse e l'inizio dell'attività lavorativa in un più ampio arco temporale.
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